Il gettone telefonico è uno di quegli oggetti cult che fanno subito vintage. Quella piccola non-moneta richiama alla mente le cabine telefoniche pubbliche, il primo appuntamento o la chiamata alla fidanzata durante il servizio militare, la telefonata a casa per avvisare i genitori di un ritardo o gli amici per una festa, ed ancora il primo colloquio dopo avere letto un annuncio di lavoro. Il gettone telefonico è entrato nella vita degli italiani per la fessura delle cabine e con i suoi scatti ha segnato un’epoca.
Oggi può capitare di ritrovare un gettone telefonico in un vecchio cassetto, in un pantalone o in un cappotto, tra le cose di famiglia ma anche nelle scatole messe via ai tempi della scuola. Ricordi sì, ma anche una domanda “Quanto vale oggi un gettone telefonico?”. Il valore affettivo è immenso.
Dal primo gettone alla scheda telefonica
Il primo gettone telefonico in Italia risale al 1927, era in lega di rame, nichel e zinco oppure in bronzo, marchiato Stipel, concessionaria di telefonia per Piemonte e Lombardia, apparve alla Fiera Campionaria di Milano. Il gettone è stato usato fino al 31 Dicembre 2001 quando Telecom lo ha sostituito con la scheda telefonica e gli euro.
Nel 1920 l’Italia era divisa in base ai concessionari:
Stipel, Società Telefonica Interregionale Piemontese e Lombarda in Valle d’Aosta, Piemonte e Lombardia.
Telve, Società Telefonica delle Venezie in Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Timo, Società Telefoni Italia Media Orientale in Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo, Molise e nelle Marche.
Teti, Società Telefonica Tirrena in Liguria, Toscana, Lazio e Sardegna.
Set, Società Esercizi Telefonici in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.
Sip, Società idroelettrica piemontese, aveva il controllo di Stipel, Telve e Timo. Tra il 1929 e il 1931 Iri passo le società da Sip a Stet, Società Torinese per l’Esercizio Telefonico. Nel 1952 in piazza San Babila, a Milano fu installata la prima cabina telefonica d’Italia. Tra il 1957 ed il 1958 Iri portò anche Teti e Set in Stet.
Ma quanto vale un gettone telefonico?
Il gettone telefonico non è una moneta coniata dalla Zecca di Stato ma è stato accettato come denaro e per questo motivo ha acquisito un valore. Un gettone telefonico nel 1959 valeva 30 lire, nel 1964 valeva 45 lire, nel 1972 valeva 50 lire, nel 1980 valeva 100 lire e nel 1984 valeva 200 lire.
Quante volte vi siete trovati ad usarlo come jolly per saldare un caffè al bar? Certo pensando prima “Che faccio, me lo gioco?”.
I gettoni telefonici rari
Nel 1927 vine coniato il gettone Stipel in ottone. Su una faccia la sigla S.T.I.P.E.L. con l’incisione 1927 Anno V e il disegno di una cornetta, da parete. Sull’altra faccia c’era inciso Società telefonica interregionale piemontese e lombarda.
Può valere 30 Euro, fino a 100 Euro se riporta la sigla S.T.I.P.E.L senza l’ultimo puntino (quando si dice il particolare).
Nel 1928 la ditta Timo di Bologna conia un gettone in nichel. Su una faccia l’incisione 1928, al centro la sigla TIMO, e Anno VI°, sull’altra faccia TELEFONI ITALIA e MEDIA ORIENTALE.
Può valere fino a 200 Euro.
Nel 1932 viene coniato il gettone Telve in ottone. Su una faccia è inciso SOCIETA’ TELEFONICA DELLE VENEZIE e sull’altra c’è l’immagine del disco combinatore (la cosiddetta ruzzola).
Può valere fino a 250 Euro.
Nel 1934 la Set di Napoli. Su una faccia c’era inciso S.E.T circondato da SOCIETA’ ESERCIZI TELEFONICI, sotto una stella a 5 punte, ed una corona con 12 triangoli uguali.
Può valere più di 50 Euro, ma superare i 150 Euro se c’è inciso S.E.T. con il puntino stavolta (Totò avrebbe detto “abbundandis in abbundandum“).
Nel 1935 la Teti di Roma conia un gettone in lega di alluminio che ricorda il monoscopio Rai. Su una faccia è inciso un reticolo con la scritta TETI e sull’altra un altro reticolo con il disco combinatore.
Può valere dai 20 Euro ai 200 Euro a seconda della conservazione del reticolo.
Il gettone più usato dagli italiani
Nel 1959 nasce il gettone telefonico in ottone che ha fatto epoca. Su una faccia era inciso GETTONE TELEFONICO con anno e mese di produzione (sul primo era inciso 5909). Sull’altra faccia c’era l’immagine di un telefono, il modello classico da tavolo con disco combinatore.
Dal 1959 al 1971 la produzione è stata monopolio della Emilio Sensi Medaglie di Milano, da Aprile 1972 fino al 1980 la E.S.M. ha continuato a produrli incidendo però il suo marchio sui gettoni. A produrli sono state anche l’Industria Politecnica Meridionale di Arzano a Napoli, la Costruzioni Minuterie Metalliche di Sant’Agata li Battiati a Catania e la Urmet Costruzioni Elettrotelefoniche di Torino.
Il gettone in ottone non ha un grande valore ma ci sono annate e mesi considerati più rari di altri come l’Aprile del ’65, o l’Ottobre del ’71 ed ancora l’Aprile del ’73 o il Dicembre del ’74 ed ancora l’Aprile del ’77. Insomma Aprile butta bene per i gettoni.
Fateci sapere cosa avete trovato nel vostro cassetto!
- Riferimenti
Ringraziamo Massimiliano Jattoni Dall’Asén che su Il Corriere della Sera ha fatto una bella ricerca sull’argomento, decine di siti lo hanno ripreso ma nessuno lo ha citato.
Grazie anche a LaMoneta.it che ha usato come riferimento il testo “Il gettone telefonico italiano: breve storia della telefonia in Italia attraverso il gettone con relativo catalogo” di Franco Rapposelli, Vincenzo Rapposelli ed il “Catalogo delle schede telefoniche Sip” curato da Liberato Cacace.