Nei vintage market d’autunno non manca un capo cool e cult come la camicia in flanella o twill di flanella. Torna anche nella stagione autunno – inverno nel mood Anni ’90. Dalle fantasie in tartan scozzese, a quadri e righe o a quadrettoni, è detta anche camicia da boscaiolo.
La storia del boscaiolo è sfuggita di mano producendo ossimori come “boscaiole chic” nei titoli dei magazine di alta moda.
Già da alcuni anni la camicia di flanella tartan oppure a quadrettoni torna di moda, forse è giunto il momento di attribuirle un valore aggiunto di evergreen.
Si tratta senza dubbio di un capo da acquistare e tenere sempre pronto per outfit autunno – inverno perché non passerà mai di moda. Troppo semplice, troppo comoda e versatile, persino carismatica per finire nel cesto dei capi da dimenticare.
Come si chiama la camicia in flanella a quadri o quadrettoni?
Se diciamo camicia da boscaiolo, non occorre aggiungere poi che sia in tessuto di flanella o che la fantasia sia a quadri o quadrettoni. Il modello tipico è detto camicia in flanella a quadri Buffalo Check o Red Buffalo.
Recentemente si è fatto largo uso del termine shacket che associa le parole shirt – maglietta e jacket – giacca. Sarebbe forse più corretto però definire shacket solo le camicie oversize imbottite, quelle con il cappuccio o trapuntate. Shacket, per il boscaiolo infreddolito.
Cosa è la flanella?
La flanella o twill di flanella è un tessuto leggero, morbido e caldo, in lana o cotone.
Le fibre vengono battute, pulite e stese per file parallele, si ha così la cardatura. Il tessuto viene poi compattato o infeltrito nel processo di follatura. Le fibre compattate vengono poi sollevate durante la garzatura. Infine il tessuto viene pettinato ed a questo punto risulta leggermente peloso al tatto.
Il tessuto in flanella tende a produrre dei pallini che non possono essere rimossi, ma possono essere limitati ad esempio lavando il capo a bassa temperatura ed asciugandolo sempre a bassa temperatura.
A dispetto della sua caratteristica di alta resistenza, si tratta di un capo delicato da pulire con cura per preservarne la struttura e allungarne la vita.
Quando è nata la flanella?
La storia del tessuto di flanella risale alla metà del 1800, quando dal Galles arriva a conquistare l’America. Woolrich importa il tessuto da Liverpool e crea il workwear per tutti gli americani, seguito da Pendleton che nel 1950 punta sul taglio femminile.
Il capo da lavoro è diventato un simbolo generazionale e culturale. Dal fumetto al cinema, passando per la musica e fino alla televisione ha vestito personaggi di fantasia, divi sul set e fuori dal set, straordinari cantanti ed attori contemporanei.
Nell’immaginario collettivo la camicia a quadri rappresenta l’eroe e l’antieroe. Negli anni ’60 e ’70 diventa un capo simbolo di libertà e ribellione.
Oggi è un must dello streetwear. E’ la moda, bellezza.
La camicia in flanella è unisex
Sì, la camicia di flanella in tartan oppure a quadri è unisex ma lo è già dal 1940. Senza nulla togliere alle testimonial ed influencer degli anni 2000, rendiamo onore alle prime donne che hanno indossato per prime il capo icona del macho man cavalcando al fianco dei cowboy nei primi western.
Come abbinare una camicia in flanella?
Un outfit classico vede la camicia a quadri sopra una t-shirt bianca, chiusa, aperta oppure annodata sopra un paio di jeans scuri oppure dei pantaloni in velluto. Ai piedi scarpe da ginnastica, come le sneakers di pelle.
Attenzione perché la flanella cade bene su tutti gli stivali, sugli stivali texani dalla punta a banana, sugli stivali camperos dalla punta stondata ed anche sugli stivali biker boots dal tacco basso, la punta stondata e i dettagli in metallo.
Se il freddo si fa sentire la camicia di flanella può essere abbinata ad un dolcevita a collo alto, magari nero. Con l’inverno la camicia in flanella cade bene su un paio di pantaloni in pelle o su una gonna di pelle, tonalità nera oppure marrone.
Come si lava la camicia in flanella?
La flanella si lava a mano, in acqua tiepida e con asciugatura all’aria aperta. In lavatrice solo a bassa temperatura, è un capo delicato, tra i 30° e 40° con un ciclo di lavaggio breve e poca centrifuga.
Ma come? Il capo icona di machismo si lava come la calzetta della nonna?
Pensate ad una baita di legno, sperduta nel cuore di un fitto bosco attraversato da un ruscello… Ci siete? Adesso immaginatevi la lavatrice con la centrifuga da 1400 giri al minuto.